La Casa delle donne esprime preoccupazione e condanna sulle dichiarazioni relative alla denuncia per stupro contro le forze dell'ordine di una caserma di Roma
In occasione della Giornata internazionale della donna la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna prende parola sui recenti fatti di cronaca relativi alla denuncia per stupro che sarebbe avvenuto la notte fra il 23 e il 24 febbraio in una caserma dell'Arma al Quadraro a Roma.
Ogni anno in Italia si denunciano oltre 5 mila stupri. Numeri in costante aumento, su cui non esiste un vero piano di prevenzione.
Se sappiamo che solo il 4% degli stupri dentro la famiglia e solo il 6% di quelli che avvengono fuori dalle mura domestiche vengono denunciati, è facile rendersi conto che ciò che arriva alla nostra conoscenza è solo la punta di un iceberg.
Sul caso di Roma vogliamo prendere parola. Il comandante provinciale, colonnello Maurizio Mezzavilla ha così commentato il fatto in un’intervista rilasciata a Repubblica: «Non ho intenzione di minimizzare. Ma i militari sono figli di questa società e di questo tempo».
Oggi secondo l’Avvocato Carlo Taormina, che difende uno degli imputati, i carabinieri «sono stati provocati», la ragazza-madre «era consenziente» e ha «pesantemente provocato gli indagati». Secondo Taormina non avrebbe importanza il fatto che la ragazza fosse ristretta, il ché non configura da solo il reato di violenza sessuale. Infine «i tre carabinieri indagati erano fuori servizio», quindi «si tratta di capire se questa situazione si possa configurare come abuso di autorità».
Nel 1979, esattamente 32 anni fa, fu filmato un processo per stupro che fece il giro del mondo. In esso si evidenziava come l’avvocato difensore degli imputati tentasse di rovesciare il processo contro di loro in un processo alla moralità della vittima, usando le stesse definizioni rilasciate oggi dall’Avvocato Taormina.
A questo, Tina Lagostena Bassi, Avvocato della vittima, rispondeva con un paradosso: se un gioielliere denunciasse di aver subito un furto, nessuno si sognerebbe di indagare sulla sua presunta moralità, né di chiedersi se fosse una “provocazione” il fatto di esporre i gioielli in vetrina.
La cancellazione dei diritti delle donne è oggi sistematica, anche l’attacco al festeggiamento dell’8 marzo, si configura come rimozione di dati sociali che confermano come la violenza di genere è allarmante in ogni ambito delle nostre vite.
La sensibilità verso questi reati deve essere generalizzata e deve sempre restare ferma la consapevolezza che la violenza contro le donne non è un fatto privato ma un problema sociale nonché un reato. se vogliamo che le denunce arrivino, che non rimangano sommerse o vengano ritirate.
Conduciamo fondamentali azioni di formazione rivolte e in partnership con le forze dell’ordine: questi progetti devono essere incrementati nel numero e nei territori coinvolti e non rimanere progetti pilota, se vogliamo sperare che le donne incrementino le denunce degli abusi subiti, facendo emergere il sommerso e senza temere nessuno, anche chi dovrebbe stare dalla loro parte.
Casa delle donne per non subire violenza
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