CAMST, per prima in Italia, offre percorsi di inserimento lavorativo presso le proprie strutture a donne che fuggono da situazioni di violenza. In collaborazione con D.i.Re. (Donne in Rete contro la violenza). Sono già sei le assunzioni effettuate nelle ultime settimane.
“Un’iniziativa concreta che restituisce dignità e indipendenza alle donne vittime di violenza”: così Paolo Genco, Presidente di CAMST, sintetizza il progetto finalizzato all’inserimento lavorativo in azienda di donne vittime di violenza.
CAMST, gruppo cooperativo che opera nella ristorazione con oltre 11.000 addetti, in collaborazione con l’Associazione Nazionale D.i.Re. (Donne in rete contro la violenza) prima rete italiana di centri antiviolenza non istituzionali gestiti da donne (che nel solo 2012 hanno accolto oltre 14.000 donne) ha dato il via a un progetto finalizzato all’inserimento lavorativo, presso le proprie strutture produttive dislocate in tutto il Paese, di donne che fuggono da situazioni di violenza. Ad oggi sono sei, su tutto il territorio nazionale, le assunzioni che sono state effettuate nell’ambito del progetto, e il numero è destinato ad aumentare nei prossimi mesi.
“Con il supporto dei volontari dei centri antiviolenza – continua il Presidente Genco – vogliamo dare il nostro aiuto a queste donne che cercano di uscire dalla sudditanza psicologica ed economica in cui sono costrette dalla violenza maschile. Siamo orgogliosi di essere la prima azienda in Italia che propone un progetto di questo tipo. Inoltre, CAMST ha dato un contributo economico – frutto sia dell’impegno dell’azienda che della generosità dei nostri soci lavoratori – ai centri antiviolenza per le spese di funzionamento”.
“Le donne che hanno deciso di dire basta alla violenza non hanno vita facile, spesso devono iniziare da zero – dice Anna Pramstrahler, vicepresidente di D.i.Re, nonché socia fondatrice della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna – e in questo percorso l’autodeterminazione anche economica non gioco un ruolo secondario. Avere un lavoro dignitoso, non in nero, non legato a ricatti, minacce, in un posto sicuro dove viene garantita la privacy non è scontato. Per una donna adulta, magari uscita dal mercato del lavoro rientrare non è facile, in più se ha problemi legati al maltrattamento, stalking, una separazione in corso spesso il lavoro restituisce alla donna anche una speranza di una vita nuova”.
“Per noi Centri antiviolenza – sottolinea Anna Pramstrahler – è importante fare campagne, sensibilizzazione, seminari, convegni, ma questo progetto è particolare: la prima volta che il sostegno va direttamente alle donne dei nostri centri. Le beneficiare del progetto sono loro, le donne che hanno subito violenza e indirettamente le loro figlie e figli. Un grande aiuto e chiaramente tutti 63 centri dell’Associazione D.i.Re vorrebbero partecipare al progetto. Speriamo che possa essere allargato l’anno prossimo”.
L’impegno di CAMST a difesa dei diritti delle donne non si esaurisce con questa iniziativa. Uno degli obiettivi che si è data l’azienda – costituita per l’86% da lavoratrici – è anche quello di contribuire a far conoscere l’entità e la gravità della violenza sulle donne, attraverso campagne di comunicazione specifiche. L’informazione e la conoscenza della violenza di genere e l’attività dei centri antiviolenza, infatti, costituiscono un risultato importante del progetto stesso.
Così, grazie anche alla collaborazione con COSPE e D.i.Re, lo scorso 25 novembre – giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – CAMST ha lanciato la campagna “E’ ORA DI CAMBIARE TONO”, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare non solo i propri soci lavoratori, ma anche i clienti che ogni giorno pranzano presso i ristoranti del Gruppo CAMST. In particolare sono state create magliette, locandine e tovagliette diffuse presso i ristoranti nei nostri self service situati nei centri commerciali, nelle zone artigianali e industriali e presso le aziende clienti. Per informare i lavoratori, invece, sono stati utilizzati l’house organ, il blog aziendale e un’agenda cadeau per i soci, con schede di approfondimento sui diritti delle donne. L’8 marzo, inoltre, a tutti i dipendenti verrà consegnato un simbolico attestato di solidarietà quale riconoscimento per aver contribuito alla realizzazione del progetto.
Inoltre, CAMST ha aderito al progetto teatrale “Ferite a Morte” di Sabrina Dandini e a “No More”, la petizione