Adesione della Casa delle donne alla manifestazione del 13 febbraio
Domenica 13 febbraio partirà alle ore 14,30 da Piazza XX settembre a Bologna una manifestazione nazionale dal titolo Se non ora, quando?
La Casa delle donne per non subire violenza parteciperà attivamente a questa manifestazione che vuole evidenziare il disagio delle donne italiane nei confronti della rappresentazione del femminile.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad ogni genere di violenza mediatica nei confronti delle donne, ridotte ad essere considerate meri oggetti sessuali, merce di scambio, tangente politica, messe in vetrina senza nessuna dimensione di soggettività o di parola, ridotte cioè ad essere solo insegne del potere maschile.
Questa generazione di giovani donne che i media ci mettono davanti tutti i giorni non rappresenta l’intera generazione delle ragazze del nostro paese, tuttavia la creazione di tale stereotipo ne evidenzia un profondo disagio culturale, ne mette in luce lo smarrimento e la sopraffazione, l’incauta esposizione alla mercificazione, il pericolo concreto di una mancata costruzione dell’identità di genere.
Oggi in provincia di Napoli un branco di cinque ragazzini tra i 14 e i 16 anni ha usato violenza in strada contro una bambina di undici anni, che è stata fortunatamente soccorsa dai passanti.
Ogni giorno eventi come questi accadono e fanno la loro apparizione nella cronaca: tutto l’apparato mediatico, che riduce il femminile al sorriso esposto di un corpo da macello, fa da contraltare alle notizie di cronaca nera che quotidianamente ci parlano di bambine abusate, di donne uccise dai parenti stretti, di prostitute vittime di tratta di cui si ritrovano cadaveri senza nome, di madri che perdono il lavoro per una gravidanza non contemplata dalla giungla dei contratti precari.
Una violenza ancora più forte e invisibile non permette di rubricare questi atti come violenza di genere, poiché sembra che in Italia non si possa dire apertamente che esiste una “questione femminile”.
In una situazione di crisi economica le donne sono doppiamente esposte alla violenza, come se non bastasse, ad essa si aggiunge una crisi sociale, radicata in una sorta di “anomalia” che nel nostro paese ha origini antiche: dal gallismo fascista della doppia morale al berlusconismo imperante negli ultimi anni, l’Italia non è mai uscita dai secoli bui, confinando la donna a vittima o merce dello scambio di potere fra uomini.
A questi uomini, gli uomini del nostro paese, facciamo appello, perché le donne domenica in piazza ci saranno e diranno no a questo squilibrio di relazioni, di iconografie violente.
Come mai loro, gli uomini italiani, non manifestano questo disagio, non rivendicano un altro modello di identità maschile? Questo modello non lede solo la nostra dignità, ma anche la loro.
La sfida delle donne italiane, oggi, è quella di “esserci”, di nominarsi donne, di “esporsi” e non di essere esposte.
Questa rete di violenze in cui il femminile è stato per troppo tempo incastrato deve cessare, pena la regressione di un intero paese a una situazione precivile.
Ricostruiamo il tessuto delle relazioni di genere, ricostruiamo il tessuto di sorellanza tra donne, unite scendiamo in piazza per dire no a tutti gli abusi sul nostro corpo.
Casa delle donne per non subire violenza
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