COMUNICATO STAMPA
La tragedia della piccola Greta
Ieri un medico di Bologna, padre di due figlie, ha ucciso a picconate sua figlia Greta di 10 anni e poi si è suicidato lanciandosi dalla finestra della sua abitazione. Era divorziato da 2 anni dalla moglie che per anni aveva subito violenza e per paura non aveva mai denunciato alle autorità giudiziarie. Il padre era invece indagato per aver picchiato la figlia maggiore di 13 anni poiché la madre si era rivolta al pronto soccorso per lesioni guaribili in sette giorni.
La Casa delle donne per non subire violenza si unisce al dolore della famiglia della piccola Greta.
L’esperienza maturata in tanti anni di lavoro con le donne ed i minori maltrattati in ambito famigliare ci fa ribadire che avvenimenti tragici come questo non sono mai frutto di violenze isolate, imputabili a raptus di follia, ma rappresentano il culmine di una violenza pregressa, in molti casi rilevabile, prima di giungere all’atto di violenza estrema.
Con rammarico dobbiamo constatare che gli omicidi di donne e minori sono all’ordine del giorno anche nel nostro paese.
Vogliamo sottolineare l'importanza di riflettere sulle modalità protettive migliori per i minori e le donne coinvolti nella violenza domestica; auspicando maggiori attenzione e azioni concrete tra tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e privati, nell'aiutare i minori e le donne.
La nostra esperienza ci fa affermare che è necessario e fondamentale un avanzamento qualitativo nelle procedure tra servizi sociali e sanitari, legali, di polizia e le realtà private specializzate in violenza domestica, maltrattamento e abuso ai minori per produrre interventi più rapidi, qualificati e una cultura che riconosca la violenza alle donne.
Purtroppo ancora permangono molti pregiudizi riguardo alle caratteristiche del maltrattatore come per quello di chi subisce: ci si stupisce ancora di fronte all'insospettabilità sociale della persona violenta e della presunta immobilità nell'agire di chi subisce.
Anche nel caso della piccola Greta, si è visto che la separazione, i referti medici e le denunce non sono stati considerati fatti abbastanza rilevanti per intraprendere un'azione protettiva rapida ed efficace nei confronti della ex moglie e delle bambine.
Le socie/operatrici e volontarie della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna