COMUNICATO STAMPA
Rispondiamo alle accuse di non trasparenza della Casa delle donne con i dati di attività e di costo del 1999 consegnati al Comune sottolineando che ogni anno è stata consegnata relazione di attività, rendiconto e bilancio preliminare in attesa della relazione definitiva di fine Convenzione.
Dati di attività: nel 1999 in continuità con gli anni precedenti, la Casa delle donne ha fornito un servizio di sportello a 454 donne e risposto a 139 segnalazioni di casi di violenza dando suggerimenti e informazioni, 236 donne hanno utilizzato la consulenza in sede e hanno svolto un percorso, 26 sono state ospitate con 25 bambini/e. Tutti i dati di intervento è risultato sono riportati nella relazione annuale, a disposizione di chi la richieda. Ricordiamo comunque che 48 donne nel 1999 hanno fatto denuncia con supporto tecnico delle operatrici e 31 hanno iniziato la separazione.
Il servizio offerto dalle operatrici consiste nel trasformare diverse competenze specialistiche in strumenti utilizzabili direttamente e gratuitamente dalle donne e competenze specialistiche in strumenti utilizzabili direttamente e gratuitamente dalle donne e questa particolare competenza è sviluppata dalla formazione fornita attraverso l'esperienza diretta, gli aggiornamenti formativi organizzati annualmente dall'associazione con altri soggetti e con lo scambio di altri centri italiani ed europei.
Il costo di questo servizio per il Comune è stato nel 1999 di 270 milioni di lire ( gli anni precedenti di 200 milioni perché non comprendeva la seconda Casa Rifugio) oltre alla sede di via Poeti con le utenze e una impiegata amministrativa in comando. Le spese sono costituiti dagli stipendi di 5 operatrici fisse e 4 temporanee, consulenze specialistiche, le utenze delle due case rifugio, una data dalla Provincia e l'altra affittata dall'associazione.
Sottolineiamo inoltre che la Casa delle donne per non subire violenza è stata sottoposta a controllo fin dall'insediamento della nuova amministrazione a cominciare dall'ispezione alle case rifugio effettuata dall'Assessore Pannuti, inizialmente Assessore competente, che è stato rispettoso della segretezza e della privacy, garanzia essenziale di questo servizio inviando la dirigente responsabile. Successivamente abbiamo fornito tutta la documentazione richiestaci dalle Commissioni consiliari delle Elette e Sanità ma abbiamo anche riscontrato una forte prevenzione da parte di alcuni/e consiglieri/e in particolare Mazzanti e Aufiero che riteniamo dovuta ad una scarsa se non nulla conoscenza del problema della violenza alle donne e delle competenze necessarie ad affrontarla oltre che a pregiudizio Politico. Per quanto dichiarato dall'Assessore Preziosa, se l'intenzione dell'attuale amministrazione era di dare continuità al servizio essa aveva tutto il tempo di predisporre una gara senza aspettare il termine della Convenzione.
Quello che è certo è che l'ultima proposta che ci è stata avanzata il 20 marzo e sospesa il 21 marzo è stata di realizzare il Progetto di specifico intervento con madri di minori abusati a prevalenti fondi Regionali, già approvato dalla nuova Giunta, e di dare continuità al progetto scaduto il 31 12 1999, di accoglienza alle donne uscite dalla prostituzione forzata (nel quale lavoriamo insieme a Caritas ecc dal 1994) che il Comune è comunque vincolato a realizzare con fondi Regionali e Ministeriali e nel quale ha ritenuto di includere a pari merito anche l'Associazione di Don Benzi che non ha mai operato per il Comune di Bologna. Ci è stato detto chiaramente in questi incontri che non era intenzione dell'attuale Assessorato competente di fare alcuna Convenzione per il Centro antiviolenza. Chiediamo che questa amministrazione si esprima sull'intenzione di disporre finanziamenti per un Centro antiviolenza e che si intende effettuare una gara disponga perché vengano individuati criteri di competenza e non pregiudiziali politiche. Bologna è famosa nel mondo per la qualità e l'innovazione dei suoi servizi sociali e per aver realizzato con associazioni di donne servizi innovativi di qualità. Chiediamo al Sindaco e a tutte/i cittadine/i se questo è ancora un valore per la città e se è così deve esserne assunto il costo perché è un investimento sulla qualità della vita di tutta la cittadinanza.
Casa delle donne per non subire violenza, Bologna.