8 marzo 2021: La pandemia va avanti mentre i diritti e le tutele per le donne sembrano tornare indietro

A distanza di un anno ci ritroviamo ad avere le stesse preoccupazioni dello scorso 8 marzo, stavolta con una consapevolezza in più: quella che con la pandemia la violenza contro le donne non è diminuita ma che anzi, le restrizioni e le misure d’emergenza come quella della lockdown, che stanno coinvolgendo nuovamente anche la nostra regione, non fanno altro che mettere ancor più in pericolo le donne. 

Interpretando i dati d’accoglienza 2020 della Casa delle donne, si conferma la convinzione che la pandemia non ha diminuito i casi di violenza. È ragionevole pensare che il dato sia invece aumentato e comprenda una parte consistente e preoccupante di violenza sommersa. Durante il lockdown che ha caratterizzato i mesi da marzo a maggio 2020, gli accessi al Centro sono diminuiti e le telefonate al centralino di Casa delle donne sono drasticamente calate: da una media 3 chiamate al giorno da parte di nuove donne si è scese a una media di tre chiamate di nuove donne alla settimana. Le richieste di aiuto che sono arrivate, però, si sono caratterizzate per un grado di emergenza maggiore: le donne che hanno chiesto aiuto in quei mesi lo hanno fatto in relazione a situazione di violenza fisica e psicologica di natura estremamente grave ed emergenziale. 

Lo stato di incertezza derivante dall’emergenza sanitaria ha messo le donne più in difficoltà nel chiedere aiuto, più isolate e controllate. Una volta allentate le misure di emergenza sanitaria le richieste sono esplose raggiungendo circa il 50% in più e dunque raddoppiando la media usuale dei mesi estivi; questo non ha permesso tuttavia di colmare il vuoto creato durante i mesi di pieno lockdown. 
La Casa delle donne non si è mai fermata, e dovendo far fronte a nuovi e necessari modi di organizzare la propria attività, si è dotata di strumenti in grado di mantenere la massima sicurezza per le operatrici e le donne che hanno fatto accesso al Centro, nonché per quelle già ospitate nelle Case Rifugio, insieme ai loro figli e figlie.

Dati di attività Casa delle donne

Nel 2020 la Casa è stata contattata da 643 nuove donne (di cui 609 hanno subito violenza: 428 italiane e 178 straniere, 13 nr.; sono 353 le donne provenienti da Bologna, le altre da fuori città), mentre altre 245 sono state seguite per motivi di violenza dagli anni precedenti. In totale si tratta di 890 donne, con un calo di solo 26 donne rispetto ai dati relativi all’anno 2019. Un 2,8% in meno che testimonia le difficoltà di quest’anno di emergenza. Delle 609 donne nuove, 547 hanno subito violenza da parte del partner o ex, 61 da altri familiari, 29 da un amico/conoscente. I colloqui personali svolti nell’anno 2020 sono 1489, una diminuzione del 18,9% rispetto allo stesso dato dell’anno precedente che si spiega con il calo degli accessi delle donne al Centro. 226 sono stati i colloqui svolti nella sede di Anzola. I colloqui realizzati sono stati svolti per lo più in modalità online: una condizione che se ha garantito maggiore sicurezza per le donne ha significato, dall’altra parte, un ulteriore sacrificio rispetto alla possibilità di sentire un conforto e una relazione di sostegno più diretta.  

Nelle strutture di ospitalità sono state ospitate 73 donne, insieme ai/alle loro 72 figli/e, per un totale di 145 ospiti (erano 159 nell’anno 2019). Nell’ospitalità in pronta accoglienza, per salvaguardare le donne già ospiti e le operatrici dal rischio di contagio, è stata disposta una stanza di isolamento fiduciario per le donne e minori che fanno il loro primo ingresso, in attesa di un tampone di verifica. Le italiane ospitate nel 2020 sono state 15, e le straniere 49. Come di consueto alcune donne sono passate dalle strutture in pronta accoglienza (1-2 mesi) a quelle di ospitalità di medio periodo (6-9 mesi), negli alloggi di transizione di lungo periodo (un anno) e altre hanno fatto accesso alla Casa Proseguire, un nuovo progetto dedicato alle donne con necessità di un affiancamento educativo mirato e approfondito alla loro genitorialità, oltre a quello di protezione dalla violenza. 

Nel corso del 2020 “Oltre la Strada” ha seguito 26 donne vittime di tratta che hanno scelto di intraprendere un percorso di protezione sociale ai sensi dell’art.18 T.U. Di queste, 15 hanno fatto accesso al Centro per la prima volta nel 2020, mentre altre 11 erano già in carico dagli anni precedenti. Sono inoltre stati effettuati 624 colloqui e 51 accompagnamenti di area medica, sociale e legale. La nazionalità prevalente è quella nigeriana (34,61%), mentre il 7% proviene da paesi dell’Europa Orientale e il restante 15% da altri paesi extra europei.  Le donne vittime di tratta raramente subiscono un’unica forma di violenza: nel 2020 il 73% di loro ha riferito di aver subito violenza psicologica, l’86% violenza sessuale, l’80% violenza economica e il 66% violenza fisica I colloqui e la presa in carico delle donne già in percorso è continuata per lo più da remoto e, di seguito, con l’allentamento delle misure restrittive sono iniziate ad aumentare le segnalazioni. Da luglio a dicembre si è registrata la parte più consistente di prese in carico. 

Delle limitazioni e delle misure straordinarie legate al contenimento del contagio hanno risentito anche molti dei percorsi delle donne che hanno usufruito del servizio di Orientamento e accompagnamento al lavoro. Il servizio ha avuto un drastico calo dei contatti nel periodo marzo-metà aprile. In seguito le richieste di supporto sono aumentate, ma la drammatica condizione socio economica ha reso difficile la realizzazione della maggior parte delle azioni di formazione e inserimento professionalizzante, che sono state posticipate alla primavera 2021 o realizzate da remoto. Sono invece andati avanti i colloqui di orientamento grazie all’incremento della dotazione tecnologica a disposizione. 

In un’ottica politica più ampia e generale questo aspetto ha fatto emergere ancora una volta quanto in momenti di crisi, siano le donne a perdere o a dover rinunciare a carriera e lavoro perché ingabbiate nella cultura patriarcale che le vede ancora da sole nel prendersi la responsabilità del lavoro di cura, esasperato durante la pandemia. E’ in questo senso che ribadiamo ancora quanto sia ormai non più rimandabile l’urgenza di intraprendere politiche di governo che mettano come prioritarie prevenzione e contrasto alla violenza di genere, non cedendo il passo a ipocriti e decontestualizzati interventi emergenziali o retoriche politiche sulla famiglia perché, come afferma la presidente di D.i.Re, Antonella Veltri «parlare di famiglia vuol dire riproporre ruoli e funzioni che cristallizzano situazioni penalizzanti per le donne, in cui alligna e prospera la violenza maschile».

Da sempre per la Casa delle donne, l’8 marzo non è una festa, ma l’occasione per evidenziare quali sono le reali esigenze di tutte le donne, e quali i diritti rispetto ai quali non fare un passo indietro. Lottando ogni giorno, e ancora di più in questi tempi, da questa parte della barricata e molto al di là di un mazzo di mimose. Di seguito gli eventi e le iniziative per combattere e sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno per cui la Casa vive ed è al fianco delle donne da trent’anni: la violenza che ogni giorno sperimentano e che troppo spesso, come le cronache delle ultime settimane ci informano, le rende vittime innocenti e senza appello.

Casa delle donne aderisce allo Sciopero femminista e transfemminista indetto da Non Una di meno Bologna.

4MARZO: Se cado io ci sei tu • Percorsi di fuoriuscita dalla violenza – Casa delle donne ne parla con Non Una di Meno, Lesbiche Bologna e Mit – Movimento Identità Trans. 

5MARZO: Webinar: Tutti i giorni…8 marzo. Evento promosso dalla Fondazione Forense di Bologna in cui interverrà Elena Tasca, Avvocata di Casa delle donne.  

8MARZO: QUANDO LE PAROLE AIUTANO A CAMBIARE Il valore personale e sociale della cultura e della formazione. Evento webinar dedicato ad Angela Romanin e promosso dalla Città Metropolitana di Bologna e dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria metropolitana di Bologna. Interverrà per Casa delle donne Elsa Antonioni, Operatrice e Vicepresidente.

8MARZO: Webinar: Questioni di genere, a cura di F.A.B.I – Federazione Autonoma Bancari Italiani. 

8MARZO, L’occasione giusta per dire un concreto NO alla violenza contro le donne: il sindacato SGB ha organizzato una raccolta fondi fra gli associati e le associate destinata alle Case Rifugio di Casa delle donne.  

8MARZO, Mano nella Mano per Casa delle donne: l’associazione “Mano nella Mano” organizza una giornata di attività seminariali, di yoga, teatro, danza, respirazione e rilassamento (online su Zoom) il cui ricavato sarà devoluto a Casa delle donne 

Il mese appena trascorso è stato segnato dalla scomparsa di Angela Romanin, collega, operatrice e socia di Casa delle donne, una grave perdita per noi tutte. Cogliamo l’occasione anche in questo 8 marzo per ricordarla, mandando un pensiero alla sua famiglia e ringraziando quanti e quante ci hanno scritto per porgere le loro condoglianze.

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