Accoglienza

L’ACCOGLIENZA: DATI GENERALI DI ACCOGLIENZA 1990 – 2010 (formato pdf)

Dati attività Casa delle donne per non subire violenza Anni 2006 – 2008

Dati delle donne accolte Anni 2008 – 2009 – 2010 (formato pdf)

 

Il tipo di intervento adottato alla Casa delle donne è caratterizzato dall’importanza assegnata alla relazione tra donne. Per costruire libertà e autonomia femminili anche in situazioni di grande disagio e sofferenza come queste, si punta cioè sul rapporto che si instaura tra la donna che viene accolta e l’operatrice. La relazione viene agita su un piano di reciprocità. L’operatrice riconosce il punto di vista della donna, il suo desiderio, la sua progettualità, confermandole una specifica competenza sulla propria situazione. La donna che si rivolge al Centro con una richiesta di aiuto riconosce implicitamente la competenza relazionale dell’operatrice, la sua esperienza sul problema della violenza e la sua conoscenza delle risorse presenti nel territorio.

Colloquio telefonico

Generalmente il primo colloquio è telefonico. L’operatrice che risponde, se la donna può parlare liberamente, raccoglie la sua esperienza, rassicura l’interlocutrice sull’anonimato e la segretezza del colloquio e cerca di stabilire con lei una comunicazione significativa. Il primo passo è aiutare la donna a esplicitare il suo bisogno e il suo problema e quindi di verificare se c’è una competenza del Centro, spiegando nel contempo cosa esso può offrire. L’operatrice può dare informazioni utili per affrontare nell’immediato la situazione e proporre infine un colloquio su appuntamento.

Colloquio personale

Il colloquio viene proposto alla donna come uno spazio privilegiato in cui poter esprimere vissuti, raccontare l’esperienza e vedere insieme quale percorso intraprendere per uscire dalla violenza. Il lavoro dell’operatrice consiste nel leggere e rimandare alla donna i punti di forza che emergono dal suo stesso racconto, nel contenere l’angoscia, nel ridimensionare fantasmi di uomini onnipotenti o di situazioni prive di sbocchi. Individuati insieme i problemi da affrontare e stimate l’entità e la qualità delle risorse disponibili, si stabilisce con la donna una serie di obiettivi concretamente realizzabili, in un progetto con tempi e compiti il più possibile definiti. All’interno di questo progetto l’operatrice sostiene la donna nella sua attività di contatto con i servizi, la polizia, le avvocate, ecc. fornendo informazioni, fungendo da collegamento e vincolandosi ad operare con il suo consenso mediazioni per lei vantaggiose. Il colloquio può diventare così un’occasione importante per individuare e nominare l’oppressione, decolpevolizzarsi e abbandonare gradualmente comportamenti auto-vittimizzanti, trovare risorse interne e strade concrete per cambiare la situazione esistente.