Giunge al termine Sconfinate, la XVII edizione del Festival La Violenza Illustrata

Parlare di violenza sulle donne e di genere in ogni spazio, anche dove normalmente la nostra voce non arriva. Tessere nuove relazioni di resistenza, mettere le radici per nuovi progetti e costruire insieme una cultura diversa da quella patriarcale. Sono questi al tempo stesso gli obiettivi e la matrice del Festival, che non si riducono alla seppure estesa programmazione di questi mesi.

Si è conclusa il 10 dicembre la XVII edizione del Festival La Violenza Illustrata, che ha portato a Bologna e dintorni oltre settanta eventi dedicati al contrasto alla violenza di genere, coinvolgendo oltre cinquanta realtà del territorio e vedendo una partecipazione generale di migliaia di persone. Anche senza considerare l’affluenza alle installazioni pubbliche come la mostra I Muri Parlano, ma possiamo stimare che il Festival quest’anno abbia visto la partecipazione di oltre 4mila persone.

Tra gli eventi più partecipati e significativi la presentazione del libro Libere. Il nostro NO ai matrimoni forzati di Martina Castigliani a Modo Infoshop, la proiezione del film La notte del 12 che ha riempito la sala della Cineteca di un centinaio di spettatori e spettatrici, e l’incontro dedicato alla Violenza di genere digitale. Ma anche la proiezione di Backlash: Misoginy in the Digital Age, la mostra fotografica Pandemica e la presentazione dell’Atlante dei femminicidi. Tutti eventi che non si riducono ad una presentazione circostanziale, ma che sono la materializzazione di qualcosa che è iniziato molto prima del Festival e che prosegue ben oltre il termine del 10 dicembre, basti pensare al progetto dell’Atlante, ora online e consultabile.

“Anche quest’anno – commenta la presidente della Casa delle donne di Bologna Susanna Zaccaria – il Festival è stato molto partecipato e ha coinvolto tante cittadine e cittadini, organizzazioni e Enti pubblici. Per noi è una grande soddisfazione parlare del contrasto alla violenza con tanti soggetti diversi e molteplici linguaggi. È molto importante continuare a parlarne e anche per questa edizione gli eventi sono stati di grande qualità. Un ringraziamento sentito a tutte e tutti coloro che hanno partecipato e collaborato”.

La lotta alla violenza sulle donne non si riduce a qualche giornata rituale, ma è un impegno quotidiano di cambiamento radicale della società. Per questo anche quest’anno il Festival ha aderito alla campagna delle Nazioni Unite “Sedici giorni di attivismo contro la violenza di genere”, sconfinando ben oltre le sedici giornate previste in una programmazione durata quasi un mese. E per la stessa ragione decidiamo di concludere questa edizione ricordandoci che anche trenta giorni non sono abbastanza. Il nostro impegno nel contrasto alla violenza sulle donne è quotidiano, e altrettanto diffusa e capillare deve essere la comunicazione e il dialogo su questo tema, per produrre il cambiamento culturale necessario a superare la violenza patriarcale.

Il Festival non sarebbe possibile senza la partecipazione di oltre 50 associazioni e Enti del territorio, tra cui associazioni di donne, associazioni culturali, scuole, Università, Comuni, Ausl, Biblioteche, Librerie e molti altri. In particolare, ancora una volta il sostegno di Fondazione del Monte è stato fondamentale per la realizzazione del Festival. Questa straordinaria mobilitazione rappresenta un’aumentata sensibilità al tema della violenza maschile contro le donne e l’impegno civile di tante e diversificate realtà