L’onorevole Celeste Costantino in visita alla Casa delle donne

L’on. Celeste Costantino ha cominciato un tour nei centri antiviolenza, per ascoltarne idee, bisogni, urgenze e difficoltà, e sarà a Bologna il 13 luglio alle ore 15 presso la Casa delle donne per non subire violenza, in Via dell’Oro 3.

I centri antiviolenza – nati in Europa quarant’anni fa – basano la loro metodologia di aiuto sull’ascolto delle donne che subiscono violenza. In vent’anni di esistenza dei centri italiani, questa pratica ha sostenuto migliaia di donne nel difficile e doloroso percorso di uscita dalla violenza. E’ una pratica femminista riconosciuta a livello internazionale come buona prassi di empowerment, di rafforzamento della decisionalità e rispetto per l’autonomia e la libertà delle donne che ne sono state private a causa della violenza.

Ma i Centri a loro volta hanno bisogno di risorse, di sostegno e ascolto per continuare ad operare, e per farlo sempre meglio, in una catena di aiuto che porti alla società intera una battaglia coordinata contro la violenza di genere. Hanno molto da dire su come lo stato e le istituzioni potrebbero intervenire per migliorare le leggi e i percorsi giudiziari, l’accoglienza sanitaria, la formazione, la prevenzione, la raccolta e il trattamento dati, il sostegno socio-economico, i protocolli territoriali, ecc. in linea con quanto definito dalla Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione e lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Istanbul 2011) che lo Stato italiano ha appena ratificato.

Secondo la Convenzione, gli Stati hanno l’obbligo di proteggere le vittime e devono “adottare le necessarie misure legislative e altro tipo di misure per prevenire, punire e fornire un risarcimento per atti di violenza perpetrati sia dallo Stato che da altri soggetti” (Articolo 5). Gli Stati membri infine sono tenuti a “destinare adeguate risorse finanziarie e umane per la corretta applicazione delle politiche integrate, misure e programmi per prevenire e combattere tutte le forme di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione, incluse quelle svolte da organizzazioni non governative e dalla società civile” (Articolo 8).

Al contrario di quello che accade nella maggioranza dei paesi europei, in Italia i centri antiviolenza non godono di queste risorse stabili e continuative che li mettano in grado di operare serenamente. Una situazione a macchia di leopardo fa sì che in alcuni territori i centri manchino del tutto o sopravvivano a stento con il solo volontariato, in altri siano diffusi e abbiano fondi sufficienti, ma scarse certezze del futuro. Anche se i centri antiviolenza sono stati qualche volta ascoltati a livello governativo, solo una conoscenza approfondita a livello dei/delle parlamentari può contribuire a creare quella sensibilità diffusa che vada a colmare un gap da superare al più presto.

La Casa delle donne è grata che l’on. Costantino si sia fatta carico di questa ricognizione capillare sul territorio sullo stato dei centri antiviolenza italiani.

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