Si è tenuta oggi, giovedì 9 dicembre, nell’ambito della XVI edizione del Festival La Violenza Illustrata, la conferenza
internazionale sul femminicidio e occasione per la presentazione dell’Atlante dei femminicidi. Un
progetto di mappatura che si pone l’obiettivo di sistematizzare la raccolta dei dati relativi alla violenza
sulle donne, potenziando i sistemi di comunicazione e divulgazione. Con il supporto tecnico di Studio
Atlantis, sarà creata una piattaforma digitale su base cartografica, un Atlante interattivo, progettata ad
hoc per ospitare i dati raccolti ogni anno dal gruppo di ricerca sul femminicidio della Casa delle donne
e dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. Il progetto intende costituire una esperienza
pilota che, partendo da un focus regionale di studio del femminicidio, si ampli progressivamente fino a
comprendere l’intero territorio nazionale. Non manca, infine, uno sguardo transnazionale alle
esperienze di contrasto alla violenza sulle donne. In particolare, alla presentazione del progetto hanno
preso parte l’ambasciata canadese in Italia ed una rappresentante del Canadian Femicide Observatory
for Justice and Accountability e del Centre for the Study of Social and Legal Responses to Violence.
“Coordino il progetto del gruppo femminicidio della Casa delle donne ormai da sedici anni – ha
raccontato Anna Pramstrahler della Casa delle donne – e il nostro obiettivo nella raccolta dati è sempre
stato quello di dare visibilità al fenomeno della violenza sulle donne, nella consapevolezza che non è
solo un discorso scientifico di raccolta dati, ma un lavoro politico e di prevenzione alla violenza. La
raccolta e diffusione dei dati è fondamentale per far conoscere e prevenire la violenza, e anche il
progetto dell’Atlante del femminicidio si inserisce in questa visione. Per questo sono molto felice della
possibilità di un confronto con l’osservatorio nazionale sul femminicidio del Canada, che per noi da
anni rappresenta un modello.”
Nell’ambito della presentazione è stato mostrato un prototipo della piattaforma, che si costruirà intorno
alla rappresentazione cartografica interattiva dei dati relativi ai femminicidi in Italia. Al lavoro
cartografico di rappresentazione dei dati si accompagna una sezione dedicata a focus tematici, report
statistici, bibliografia e storiografia e approfondimenti indipendenti dalla mappa e consultabili
direttamente dalla piattaforma. Infine, sarà presente anche una sezione di archivio che raccoglierà i
rapporti annuali del gruppo di lavoro della casa delle donne.
Si tratta di un progetto fondamentale, da una parte poiché risponde alla necessità di produrre e
diffondere conoscenze sul fenomeno della violenza sulle donne, e dall’altra poiché segna una
collaborazione prolifica tra i centri antiviolenza, l’università e le istituzioni. Come è emerso dalla
conferenza di presentazione, infatti, il progetto si fonda sul riconoscimento del valore della produzione
di saperi situati, con una lente di genere e femminista, a partire dall’esperienza dei Centri Antiviolenza.
“Come Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di
genere – ha sottolineato la presidente della commissione Valeria Valente – abbiamo lavorato al
rapporto sui femminicidi nel periodo 2017-2018. Nel farlo abbiamo raccolto dati sulle sentenze anche
a partire dal lavoro gruppo di ricerca della Casa delle donne. Ci siamo subito rese conto che questi dati non coincidevano con quelli del Ministero degli Interni, a dimostrazione di come, ad oggi, le forze
istituzionali che fanno capo al Ministero degli Interni, dalle forze di polizia agli organi di giustizia, non
siano capaci di registrare e riportare la relazione tra l’autore e la vittima, e quindi di registrare la
ragione di questa uccisione, e conseguentemente di valutare se si tratti o meno di femminicidio. Questo
fenomeno non può essere letto con uno sguardo neutro, e per questo serve lo sguardo dei centri
antiviolenza, che possono dare un contributo prezioso proprio dove le istituzioni stanno fallendo”.
Valente ha poi ricordato che al lavoro della Commissione parlamentare ha fatto seguito una proposta
di legge sulla raccolta dei dati e delle statistiche sulle questioni di genere presentata al parlamento in
occasione del 25 novembre 2020, che è stata approvata all’unanimità dal Senato ma che giace ormai da
oltre un anno alla Camera, dove non è ancora stata calendarizzata.
“Sappiamo che i dati raccolti dagli osservatori preposti dai vari enti sono contraddittori e incoerenti –
ha sottolineato Anna Pramstrahler, accogliendo positivamente l’intervento di Valente e l’importante
lavoro della Commissione parlamentare – è perché manca una definizione di femminicidio, e spesso
non è chiaro quale definizione venga adottata nella raccolta dei dati. Noi siamo una delle poche realtà
che dichiara quale definizione di femminicidio adottiamo, una definizione politica. Ma per quanto
importante, il lavoro volontario di una singola associazione, fondato su attivismo politico, non può
rispondere da solo alla necessità di raccolta dei dati: da anni diciamo che è fondamentale che lo Stato
istituisca un vero osservatorio sui femminicidi, che non si limiti a raccogliere i dati del Ministero degli
Interni o di singoli enti”.