PUBBLICAZIONE DELL’INTERVISTA AD ANGELA ROMANIN TRATTA DAL SITO FLASH GIOVANI
Intervista ad Angela Romanin, operatrice della Casa delle Donne

Cos’è il maltrattamento domestico?
È un caso di canoni della violenza totalmente fuori dai normali . Questo esempio può aiutare a capire: se camminando per la strada uno ti da uno schiaffo avrai delle conseguenze psicologiche, ma con il fatto che è un estraneo sarà più spontaneo denunciarlo, se invece a darti uno schiaffo è il tuo fidanzato è molto più difficile mettere questa distanza tra te e l’aggressore, perché ti preoccupi per lui. Questa dinamica è strettamente correlata a come le donne vivono i rapporti sentimentali: le donne vengono cresciute pensando che il rapporto sentimentale sia il loro scopo di vita, gli uomini no; sono cresciuti con l’idea di andare nel mondo, non con l’idea di diventare la metà di qualcos’altro.
Come funziona il vostro centro?
Noi prima di tutto facciamo un ascolto attivo, tante volte è la prima volta che la donna racconta a qualcuno ciò che le sta accadendo, è importante che l’ascolto avvenga in un centro perché è un luogo deputato ad esserlo, quindi la donna che si rivolge al centro ha già fatto quel gradino che consiste nel capire che ha bisogno di aiuto, ed è dunque da questo punto che è possibile partire per intervenire. Se non c’è questa auto convinzione è molto difficile che qualcuno dall’esterno possa fare qualcosa. Ecco perché lavoriamo su attivazione di parte. Aiutare per noi vuol dire restare sempre un passo indietro alla donna: è necessario farle capire che qui nessuno la giudica, dato che lei si sente in colpa. Cerchiamo di sollevare questo senso di colpa, rassicurandola e confortandola, le forniamo indicazioni pratiche sulla base di quello che lei vuole fare. Se desidera rimanere con il maltrattatore ragioneremo con lei per capire che cosa fare in questo caso organizzando eventualmente uno scenario di protezione, (cosa si può fare, come si può reagire), se invece lei decide di lasciare il coniuge vediamo come possa avvenire la separazione. Si studia insieme un progetto, i cui obiettivi sono fissati da lei. Non siamo una guida, ma un sostegno, porsi come guida significherebbe confermare alla donna stessa la sua paura di essere un’incapace, trattarla come una “minore”, concetto che rimanda alla società in cui la donna è accomunata sempre ai bambini. Le donne fino adesso hanno scontato nella società una posizione in un ambiente di minori diritti, e di non piena adultità: si esce dalla famiglia dei genitori per andare nella famiglia del marito. La donna porta la sua esperienza che è essenziale ed insostituibile, le sue capacità e i suoi limiti, peculiari ad ogni persona; noi possiamo mettere dalla nostra l’esperienza di un centro che lavora da tanto tempo sul maltrattamento.
Fornite una consulenza legale?
A differenza di tanti altri centri che la offrono noi non la offriamo perché in sostanza pensiamo che non esista: esiste un’informazione sui propri diritti e sulla possibilità di difenderli attraverso lo strumento della legge, e noi operatrici abbiamo questo tipo di competenze, poi può servire la vera e propria assistenza legale; noi abbiamo appunto delle avvocate di riferimento, oppure possiamo indirizzare le donne al gratuito patrocinio: è l’equivalente dell’avvocato d’ufficio, solo che è nato per difendere i tuoi diritti di parte lesa.
A cosa servono gli appartamenti che avete a disposizione?
Noi possiamo ospitare le donne che ne hanno bisogno per un breve tempo (solo per qualche mese) in modo da fornire loro un rifugio sicuro nel momento in cui decidono di lasciare la propria casa; gli appartamenti sono ad indirizzo segreto e la donna intanto può star li per togliersi dalla situazione di violenza domestica ed avere così il tempo di fare un progetto, trovare un’altra casa.